La chitarra nel pop contemporaneo: tra nostalgia, citazioni e nuove vie espressive

Un’analisi tra le somiglianze di “Die With A Smile” e “Zombie” e il solo inaspettato in “Pink Pony Club” di Chappell Roan

PINO LOSCO

4/7/20252 min read

man playing guitar in close up photography
man playing guitar in close up photography

La chitarra, da sempre colonna portante del rock, si sta ritagliando negli ultimi anni un nuovo ruolo anche nel mondo del pop.

Non più solo strumento ritmico o di accompagnamento, ma voce narrativa, evocativa, emotiva.

Lo dimostrano due esempi recenti che, se ascoltati con attenzione, ci offrono spunti interessanti: l’intro di “Die With A Smile” e l’assolo in “Pink Pony Club” di Chappell Roan.

Due brani pop, due approcci apparentemente diversi, ma un filo conduttore comune: la chitarra come citazione e strumento d’identità sonora.

"Die With A Smile" e l’eco di “Zombie”: quando la chitarra diventa citazione culturale

L’introduzione chitarristica di “Die With A Smile” colpisce subito chi ascolta: un suono riverberato, profondo, che riporta alla memoria immediatamente l’iconico riff di “Zombie” dei Cranberries”.

Non si tratta di un plagio, ma di un richiamo estetico e culturale.
Quel tipo di suono – distorto ma malinconico, sospeso, quasi ipnotico – è un archetipo emotivo nella mente di chi è cresciuto tra gli anni ’90 e 2000. L’uso di power chords in progressione modale, delay ambientale e compressione morbida rende la somiglianza non solo timbrica, ma anche emozionale.

Oggi nel pop, questi suoni vengono recuperati non solo per la loro bellezza musicale, ma anche per ciò che evocano: un senso di nostalgia, una dimensione grunge romantica, vulnerabile, autentica.

Chappell Roan e l’assolo glam-pop che non ti aspetti

Dall’altro lato, in un universo completamente diverso, troviamo “Pink Pony Club” di Chappell Roan: un inno queer-pop vibrante, teatrale, pulsante.
Eppure, nel cuore di questa traccia, esplode un assolo di chitarra elettrica.

Un solo non banale, non virtuosistico, ma perfettamente aderente alla narrazione: melodico, stridente al punto giusto, con una dinamica crescente che si fonde con l’estetica euforica del brano.

In un’epoca dove i synth e i beat elettronici fanno da padroni, l’inserimento di un solo di chitarra rappresenta un atto narrativo forte: è un grido rock dentro una cornice glitterata.
Un’operazione che ricorda ciò che Madonna o Prince facevano negli anni ‘80, quando la chitarra era elemento pop senza perdere la sua identità graffiante.

La direzione della chitarra nel pop moderno: verso un ritorno consapevole?

Questi due esempi mostrano come la chitarra non sia affatto scomparsa dal pop, ma abbia semplicemente cambiato forma e significato.

Non è più solo simbolo di ribellione o virtuosismo, ma elemento evocativo, codice sonoro stratificato, voce che racconta anche senza cantare.

Nel pop contemporaneo, la chitarra:

  • Si traveste da synth, con riverberi e delay che la rendono eterea;

  • Cita il passato, senza nostalgia passiva ma con rispetto e consapevolezza;

  • Esplode nel momento giusto, per dare spessore emotivo, come nel solo di Chappell Roan;

  • Diventa ponte tra generazioni, parlando a chi riconosce i suoni di ieri dentro la musica di oggi.

Un invito ai chitarristi

Chi oggi suona la chitarra non deve temere di essere fuori tempo. Anzi, ha la possibilità di reimparare a raccontare, ad arricchire, a sorprendere in un mondo sonoro sempre più digitale.

Studiate i grandi del passato, ascoltate i nuovi artisti pop, trovate la vostra voce…
Perché oggi più che mai, la chitarra ha ancora tanto da dire.

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PINO LOSCO